Ancora una buona notizia per la sicurezza della mozzarella. L’Unione Europea non ha sollevato obiezioni alla richiesta italiana di adottare l’etichettatura obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari. È scaduto infatti il 14 ottobre il termine per opporsi all’obbligatorietà dell’indicazione geografica per latte e latticini. Ora l’Italia, come la Francia, potrà utilizzare l’etichettatura obbligatoria per un periodo sperimentale di due anni. Fino ad oggi l’obbligo riguardava solo il latte fresco, mentre con le nuove regole verrà esteso a tutti i prodotti aventi come ingrediente principale il latte. L’entrata in vigore è prevista 60 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, dunque è auspicabile per il 1° gennaio 2017.
Tre le indicazioni che dovranno accompagnare il prodotto: paese di mungitura, paese di condizionamento e
paese di trasformazione (qualora siano diversi l’uno dall’altro). Se le operazioni avvengono i più paesi dell’Unione, allora si potranno indicare sull’etichetta le seguenti diciture: “miscela di latte di Paesi Ue”, “miscela di latte di Paesi non Ue” etc.
“Con l’etichettatura di origine – ha commentato con soddisfazione il presidente Coldiretti, Roberto Moncalvo – si dice finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy: oggi tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri, così come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta”.
Insomma, se la filiera della mozzarella di bufala campana dop – a meno di un anno dalla legge sulla tracciabilità – ha già raggiunto risultati importanti in termini di tracciabilità, l’etichettatura obbligatoria potrebbe aumentare anche la trasparenza sui prodotti al di fuori dell’area di origine protetta, rendendo l’esperienza di consumo dei latticini sempre più sicura, oltre che piacevole.