Due pizze su tre sono preparate con mozzarella lituana, pomodoro cinese, olio di oliva tunisino e grano canadese. A lanciare il campanello d’allarme è Coldiretti che, in occasione della mobilitazione del 20 aprile a Napoli in difesa della dieta mediterranea e del made in Italy, ha presentato il suo Rapporto 2015.
Tra i prodotti nostrani più a rischio “plagio” c’è proprio la mozzarella. Nel 2015 si è registrato infatti un incremento del 17% dei prodotti caseari destinati alla trasformazione industriale: in particolare, spicca la crescita delle cagliate provenienti dalla Lituania, utilizzate per produrre mozzarelle che in etichetta non presentano alcuna indicazione sulla loro reale origine. Ancora più preoccupanti gli altri dati: nell’anno passato sono aumentate del 379% le importazioni di concentrato di pomodoro dalla Cina, arrivato a 67 milioni di chili, ovvero al 10% circa della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente. Inoltre sono cresciute del 279% le importazioni di olio di oliva dalla Tunisia; mentre solo nel 2016 sono già approdate in Italia mille tonnellate di grano tenero straniero, soprattutto canadese.
“All’estero sono falsi due prodotti alimentari italiani su tre, con il mercato mondiale delle imitazioni di cibo made in Italy che vale oltre 60 miliardi di euro”, ha denunciato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo. L’olio di oliva “Vesuvio” e la pasta tricolore del Sudafrica, la scamorza “Salerno” del Canada e la mozzarella “Capri” degli Stati Uniti. E ancora, i pomodori San Marzano in scatola made in California e la “Pomarola” del Brasile, la mozzarella “Zottarella” della Germania e poi, dulcis in fundo – ma la lista potrebbe continuare ancora per molto – la pizza “Sono bello quattro formaggi” venduta in Russia.
Ed è proprio la Campania la principale destinazione del concentrato di pomodoro cinese e delle cagliate industriali lituane, nonché la regione i cui prodotti sono i più imitati di tutti. Una vera beffa nella beffa, se si pensa che questa terra custodisce appunto eccellenze come la mozzarella di bufala Dop e i pomodori San Marzano. Oltre a essere la patria della pizza, un prodotto da 10 miliardi di euro di fatturato e che potrebbe a breve ottenere il prestigioso riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità Unesco.
I dati del Rapporto Coldiretti, in conclusione, dimostrano la necessità di implementare la trasparenza sulla provenienza dei prodotti, introducendo a livello comunitario l’obbligo di indicazione dell’origine in etichetta, affinché le innumerevoli ricchezze agroalimentari del nostro paese non vadano sprecate e non siano continuamente vittime di contraffazione.