Chi l’avrebbe mai detto che il latte, ingrediente immancabile della prima colazione tradizionale italiana, avrebbe attraversato una crisi dei consumi? E invece è quello che sta accadendo negli ultimi anni. Lo ha confermato – in occasione dell’assemblea annuale – Assolatte, Associazione Italiana Lattiero Casearia. Che tuttavia ha fatto sapere anche che, in controtendenza, registrano una crescita dei consumi le mozzarelle (+2,2%), il formaggio più venduto ed esportato in assoluto, e in particolare la mozzarella di bufala (+4,7%). Bene anche gli yogurt interi (+29,3%); i prodotti salutistici (+25%) e dai latti fermentati light (+12,5%); i prodotti bio e il latte delattosato (+16%).
Continuano a lievitare anche i numeri dell’export dei prodotti lattiero-caseari: +10% nel 2015. Ma, mentre il mercato straniero dimostra di apprezzare sempre di più i latticini made in Italy, il latte alimentare manda chiari segnali di crisi. Gli ultimi dati vedono in forte flessione sia il latte fresco (-8%) che l’Uht (-5%). Male anche i formaggi duri (-2,3%): un vero e proprio paradosso, se pensiamo che l’Italia è diventata il primo paese produttore di formaggi dop, battendo la Francia 50 a 45.
In Italia le aziende produttrici di latte sono ben 1.500, e una buona parte di esse sono troppo piccole, mal organizzate e scarsamente efficienti, tutti fattori che – come sottolineato dall’Antitrust – contribuiscono ad aumentare i costi di produzione. A incidere sul momento di difficoltà, secondo Assolatte, sono inoltre la cattiva informazione, che ha demonizzato il latte alimentare, e il cambio delle abitudini di consumo degli italiani. La crisi attraversata dal settore lattiero-caseario rende ancora più significativa la crescita del comparto della mozzarella di bufala, e lo stimola ad ampliare sempre di più i suoi mercati e le sue sfide, anche per fare da traino agli altri prodotti.