Il sistema di qualità della mozzarella di bufala campana Dop è in attesa di grandi modifiche per ciò che riguarda l’obbligo di tracciare il latte di bufala e la separazione dei caseifici.
Il decreto che dovrebbe essere emanato dal Ministero delle Politiche agricole, sarà utile ad offrire al consumatore importanti garanzie soprattutto a seguito dello scandalo della Terra dei fuochi, a causa del quale si sono drasticamente ridotte le vendite dell’intero comparto agroalimentare campano.
La mozzarella di bufala rappresenta una punta di diamante in quanto si tratta di un prodotto tipico che ha un fatturato annuo di oltre 315 milioni di euro. per quanto riguarda la tracciabilità del latte, recentemente è stato raggiunto un accordo tra tutte le organizzazioni agricole ed industriali rappresentative del settore: Confindustria, Coldiretti, Cia e Confagricoltura. L’intento è quello di introdurre l’adozione obbligatoria di un sistema gratuito di tracciabilità, certificato dalle autorità nazionali o regionali.
Questo sistema in Campania è già stato adottato su base volontaria ma verrà esteso e reso obbligatorio con il fine di raggiungere l’obiettivo di tracciabilità dell’intera filiera.
In altri termini, si vuole introdurre l’adozione obbligatoria di un sistema gratuito di tracciabilità, certificato dalle autorità nazionali o regionali dell’intera filiera: per i caseifici infatti esiste già l’obbligo. L’assessore regionale Daniela Nugnes commenta la decisione presa, come una grande vittoria, dal momento che già un anno fa era stato promosso, insieme all’Istituto Zooprofilattico sperimentale per il Mezzogiorno, un sistema di tracciabilità totale della filiera ritenendo che questo fosse l’unico strumento necessario per dare trasparenza al comparto e per promuovere e garantire la mozzarella di bufala.
Resta per ora in alto mare la questione relativa all’obbligo per le aziende di produzione di mozzarella, a partire dal primo luglio, di separare le linee che utilizzano latte dell’area dop da quelle che trasformano latte non dop, come previsto dalla legge 205 del 2008. Confindustria Campania propone di impegnare i caseifici ad usare solo latte dell’area tutelata per produrre mozzarella di bufala campana e contemporaneamente di consentire di impiegare latte lavorato dopo le 60 ore dalla mungitura per produrre mozzarella e formaggi non Dop. La logica sarebbe quella di permettere l’uso di latte congelato (la cui qualità resta immutata per gli industriali) anche se privando il prodotto finito del marchio di tutela. Ma in questo caso il fronte delle organizzazioni di categoria si è spaccato: Consorzio di tutela, Assolatte e Cia hanno negato la propria adesione per motivi diversi, ora si attende la decisione del ministero. «Se passasse la linea della legge 205 – precisa Lino Fierro rappresentante della sezione casearia in Campania – sin da maggio dovremmo bloccare le forniture di latte per utilizzare le scorte di magazzino. E da luglio i nostri acquisti si ridurranno fortemente. E tutto avverrà per qualcosa che con la qualità del prodotto non ha, a nostro parere, nulla a che fare».