In mancanza del vero made in Italy, i russi hanno pensato bene di imitarlo.
Dopo lo stop alle importazioni di ortofrutta, formaggi, pesce, carne e derivati dal nostro paese, infatti, è esploso il mercato della contraffazione alimentare, il cosiddetto italian sounding. E tra i falsi prodotti italiani c’è anche la nostra amata mozzarella.
È quanto emerge dal bilancio sull’impatto dei primi due anni di embargo russo sul sistema agroalimentare italiano, stilato dalla Coldiretti, scesa in piazza a Verona contro la decisione del presidente Vladimir Putin di prolungare il blocco fino al 31 dicembre 2017. La produzione locale di cibi contraffatti va dal salame Italia alla mozzarella “Casa Italia”, dall’insalata “Buona Italia” alla mortadella Milano, passando per il Parmesan e la Robiola Unagrande.
Ed è proprio il settore caseario, quello in cui il made in Italy raccoglieva più consensi prima dell’embargo, uno di quelli che – per far fronte al fabbisogno della popolazione – hanno visto intensificarsi maggiormente la produzione. Produzione che è aumentata del 20% solo negli Urali Centrali, con l’apertura prevista di nuovi caseifici anche in altre zone del paese.
Alle perdite dirette dovute alla sospensione delle esportazioni – che solo per i primi due anni di embargo ammonterebbero a circa 600 milioni di euro – va a sommarsi il danno di immagine derivante dalla diffusione di finto cibo italiano. E ancora, a rischio è anche la ristorazione italiana in Russia, che ha due possibilità: o cancellare dal menù i piatti della tradizione dello stivale oppure utilizzare ingredienti “taroccati”. E pensare che in vacanza i turisti russi sono i più appassionati del made in Italy, infatti acquistano prodotti locali nell’87% dei casi.
Ma a minacciare il marchio made in Italy non è soltanto l’industria russa.
Anche altri paesi colpiti da embargo come Svizzera, Bielorussia, Argentina e Brasile hanno aumentato le esportazioni di alimenti contraffatti. “Il rischio – ha denunciato il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo – è che una volta perso lo spazio sugli scaffali sarà difficile recuperarlo, anche se le tensioni politiche saranno separate e l’embargo eliminato, perché i rapporti commerciali si consolidano e i consumatori russi potrebbero fare scelte patriottiche e non volere più il Made in Italy sulle loro tavole”.
Insomma, non solo l’Italia ha perso un’importante fetta di mercato estero, ma si vede doppiamente beffata da chi spaccia per italiano qualcosa che non ha niente a che vedere con la nostra tradizione. In questo contesto, diviene ancor più importante mettere in campo azioni per la tutela del made in Italy come – nel settore caseario – la risoluzione sulla contraffazione della mozzarella di bufala campana, recentemente approvata alla Camera.